I DATI E LA DATA
di
Emanuela MARINELLI
Naturalista e Geologa - Collegamento pro Sindone
© 1988 Tutti i diritti riservati
Collegamento pro Sindone - Settembre/Ottobre 1988

Conferenza stampa al British Museum
E. Hall, M. Tite e R. Hedges durante la conferenza
stampa al British Museum il 14 Ottobre 1988 (CRC)

Finalmente il risultato del 14C è arrivato, ed i mass media lo hanno ampiamente riportato e commentato. È un risultato in stridente contrasto con tutti gli elementi forniti dalle altre ricerche scientifiche. Al di là delle reazioni emotive, cerchiamo di esaminare serenamente i fatti, confermando la nostra fiducia nei mezzi scientifici che, quando sono onestamente e correttamente usati, non possono portare che alla verità. Non essendoci ancora stata la pubblicazione su una rivista scientifica, dobbiamo basarci solamente sul comunicato del Card. A. Ballestrero diffuso a Torino il 13 ottobre scorso. L'affermazione "La Sindone è falsa" o peggio ancora "La Sindone è un falso" non esiste in questo comunicato. Vi si legge che alla Sindone è stato "assegnato" da questo esame un intervallo di data fra il 1260 e il 1390 d.C. e che si rimette alla scienza la valutazione di questi risultati. Nel frattempo il problema dell'immagine, ancora insoluto, esigerà ulteriori ricerche. Aspettando che i "cervelloni" si rimettano all'opera per altre indagini, tentiamo noi un commento valutando gli elementi in nostro possesso e formulando alcune ipotesi.

PRIMA IPOTESI: LA SINDONE È DAVVERO MEDIEVALE.

In un mosaico di decine e decine di elementi concordanti per l'autenticità, questo dato suona falso, estraneo. Un tassello che non si combina con l'armonia di tutti gli altri. Non cambia comunque il punto fermo che quel lenzuolo ha avvolto un vero cadavere e che non è un'opera artigianale. Su ciò gli scienziati hanno fornito prove inoppugnabili. Bisognerebbe perciò ipotizzare che un uomo sia stato appositamente torturato e ucciso simulando la Passione di Cristo nei minimi dettagli, anche quelli sconosciuti nel Medioevo, come i chiodi nei polsi, la corona a casco, il trasporto del solo "patibulum", ecc. Questo cadavere, tolto poi dal lenzuolo con estrema cautela dopo poche ore, vi avrebbe lasciata impressa questa immagine tuttora inspiegabile. Certo, niente è impossibile, però questa ipotesi è in evidente contrasto con la logica, e rende il mistero della Sindone ancora più fitto, con possibili sconfinamenti verso l'ipotesi di un'origine miracolosa dell'immagine.

SECONDA IPOTESI: C'È STATO UN "COMPLOTTO" CONTRO LA SINDONE.

Questa ipotesi, ragionevolmente poco plausibile, è stata però alimentata dai fatti spiacevoli e poco chiari accaduti negli ultimi mesi. Gli esperti dei laboratori dovevano agire separatamente; dovevano datare i pezzetti di stoffa "alla cieca" e invece hanno identificato i campioni sindonici (altrimenti non potevano uscire le indiscrezioni ora risultate fondate); non si sono fidati del Cardinale e hanno voluto essere presenti durante il prelievo, ma non hanno invitato rappresentanti del Vaticano durante le prove; hanno invece fatto entrare estranei come H. Gove e D. Sox, quest'ultimo ben noto come accanito nemico della autenticità della Sindone. Con quale faccia tosta poi il prof. E. Hall, direttore del laboratorio di Oxford, risponde alle indiscrezioni affermando un mese fa (Il Tempo, 10 settembre 1988) che "la data non è quella…" e poi si accomuna agli altri due laboratori nel dichiarare che la Sindone è medievale e non gli dispiace? Le polemiche scoppiate in seguito a tutti questi fatti hanno lasciato nell'opinione pubblica molto disgusto e tanti dubbi. Come si può avere fede nell'operato di persone dal comportamento così scorretto?

TERZA IPOTESI: IL 14C HA SBAGLIATO.

È noto che questo metodo, propagandato come "infallibile", "la prova del nove", non è sempre così preciso ed attendibile come si vorrebbe. Esso si basa sulla esistenza in natura di carbonio radioattivo che si forma nell'atmosfera a causa del bombardamento dei raggi cosmici sui nuclei dell'azoto. Questo carbonio radioattivo, il 14C, si combina con l'ossigeno e forma anidride carbonica radioattiva che viene assimilata dagli esseri viventi in piccolissime quantità assieme alla normale anidride carbonica, formata dal più comune e tranquillo 12C. Quando, alla morte dell'organismo, cessa il metabolismo biologico, non c'è più assimilazione di carbonio dall'ambiente. Ma mentre il carbonio 12 esistente nell'organismo morto rimane invariato, quello 14 subisce il "decadimento" radioattivo, trasformandosi in azoto 14 ed emettendo una particella beta e un neutrino. Più passa il tempo, meno 14C rimane nei resti dell'organismo. Su questo fenomeno si basa la datazione, che misura quanto 14C è ancora presente, e in proporzione attribuisce una data, contando per un certo tempo le particelle beta emesse dal campione in esame. In sostanza si valuta quanto 14C è presente, supponendo che derivi tutto dallo scambio biologico che l'organismo aveva quanto era in vita. Se poi il campione è stato contaminato da altro 14C di varia provenienza, finisce nel conteggio pure quello; il campione risulta così più radioattivo, e, ai fini della datazione, più "giovane". Per il conteggio sono necessari apparati di rivelazione molto sofisticati, perché le particelle beta emesse dal carbonio 14 hanno una bassa attività specifica (circa 13 disintegrazioni al minuto per grammo di carbonio) e una bassa energia. La precisione del metodo dipende anche dalla quantità di campione a disposizione. Per avere risultati soddisfacenti su uno scheletro bisognerebbe sacrificare circa un chilogrammo di ossa. È ovvio che più i campioni sono piccoli, più il risultato è inattendibile. Rimane comunque presente, inoltre, una "incertezza di misura" dovuta soprattutto alla fluttuazione statistica dei conteggi in successivi intervalli di tempo. Altri fattori di incertezza sono l'entità e la fluttuazione della "radiazione di fondo" (radioattività ambientale e raggi cosmici), impurità residua, la contaminazione nella preparazione del campione, l'incertezza sulla costanza di decadimento del 14C, l'incertezza sulla quantità associata di 12C. Tutti questi fattori sono considerati globalmente inferiori all'errore statistico e provocano un'incertezza nella datazione dell'ordine di ± 100 anni. Il problema è che alcuni postulati su cui si basa il metodo (tasso costante negli anni del 14C nell'atmosfera, costanza del tasso di decadimento del 14C) oggi sono messi in discussione. Non si ha la certezza che i raggi cosmici nel passato siano stati costanti, e da calcoli effettuati risulta che non c'è equilibrio fra la quantità del 14C che si forma e quella del 14C che si decompone. Inoltre è molto discussa la velocità di decomposizione del 14C; il sistema di datazione è valido solo se tale velocità è nota e costante. Ma gli studi hanno accertato la presenza di anomalie. Il tempo di "dimezzamento" del 14C (cioè gli anni necessari perché in un campione la quantità di 14C presente si riduca della metà a causa del decadimento) era valutato da W.F. Libby, l'inventore del metodo, attorno ai 5568 anni. Nel 1962 fu fissato un tempo di 5730 anni, ancora ufficialmente usato; ma diversi laboratori fra i più avanzati propongono addirittura periodi tra 7200 e 4700 anni. Bisogna infine considerare che a partire dagli anni ''0 le esplosioni nucleari nell'atmosfera hanno provocato un aumento fino al 100% della radioattività in carbonio atmosferico. Esistono nella letteratura scientifica casi clamorosi di datazioni fasulle. Citiamo solo qualche esempio:

Altri casi sono riportati in un esauriente articolo pubblicato dall'archeologo americano W. Meacham.

QUARTA IPOTESI: IL 14C HA FATTO IL SUO DOVERE, MA LA SINDONE È UN REPERTO PARTICOLARE.

Questa ipotesi è da considerare ancora con più attenzione. Le alterazioni di un campione possono pesare enormemente sulla datazione, ed esistono contaminazioni praticamente ineliminabili. Basta considerare che normalmente i campioni da esaminare al 14C non devono essere maneggiati in aria con fumo di sigarette e non devono venire a contatto con etichette di carta e con tessuti che contengono carbonio recente. Possiamo immaginare allora che peso possono avere le vicissitudini storiche della Sindone! Le trasformazioni a livello molecolare subite dalla Sindone durante l'incendio di Chambéry possono essere state determinanti. Se si considera poi la contaminazione dovuta alle muffe, al fumo delle candele, al sudore, ecc. e al secolare stretto contatto con la tela d'Olanda e altre stoffe ancora più recenti, si può concludere che prima di precipitarsi a sostenere che la Sindone è del Medioevo sarebbe preferibile condurre ulteriori, diverse e più complete indagini. Qualcuno potrebbe, a questo punto, obiettare: "Perché tutto questo non l'avete detto prima? Chiudete la stalla dopo che sono usciti i buoi?" oppure "Lo dite per partito preso, perché volete che la Sindone sia autentica per forza!" A noi di Collegamento pro Sindone questa accusa non si può proprio muovere. Personalmente avevo ricordato i problemi esistenti con 14C nella conclusione di un mio articolo comparso su "Il Messaggero" del 21 novembre 1986. Abbiamo dedicato ampio spazio al problema del 14C nel numero di settembre/ottobre 1986. Con la nostra consueta imparzialità abbiamo riportato le voci favorevoli e quelle contrarie, le speranze e i dubbi. Continueremo ad occuparci del problema della Sindone con immutato interesse e daremo spazio nei prossimi numeri anche al problema della datazione.


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